domenica 30 maggio 2010

Il 16 settembre riaprono le scuole in Lucania. Labriola protesta per i tagli alle cattedre

Il calendario scolastico regionale 2010/11 è stato fissato dalla Regione Basilicata con l’apertura delle scuole il 16 settembre, tranne esigenze particolari, per chiudersi l’11 giugno. E anche per il prossimo anno si prevede, secondo il consigliere comunale di Policoro del Partito democratico (Pd) Franco Labriola: “Lacrime e sangue per il settore scolastico nazionale e soprattutto regionale. Infatti la ghigliottina della Riforma scolastica del Governo si è abbattuta sui docenti e personale Ata in maniera indiscriminata, creando sacche di disoccupazione intellettuale che si sommano ad altri giovani laureati che trovano difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. Per giunta ci sono docenti che da anni cercavano di entrare di ruolo e che ora invece si ritrovano per colpa della Riforma Gelmini senza nemmeno la supplenza della speranza…Nella nostra regione poi la situazione è ancora più allarmante poiché continueranno a chiudere classi e scuole, in alcuni centri l’unico presidio statale. La Regione Basilicata ha fatto il possibile per quest’anno scolastico nell’assorbire con la formazione professionale quei professori “bocciati” dalla Gelmini. Credo che questa politica di chi è dentro e dentro e chi è fuori si arrangia non è soluzione di tutti i mali. Nelle scuole della nostra regione assisteremo al taglio del servizio istruzione come se fosse il problema numero uno della finanza italiana. Mentre si parla e sparla di tagli ai costi della politica, a farne le spese è il mondo reale, quello rappresentato dai poveri del terzo millennio. Esprimo sostegno alla lotta democratica che i sindacati di categoria ed i lavoratori dovranno sostenere per evitare l’ennesimo scempio ai danni del sapere dei nostri figli. Il futuro di questo Paese ha bisogno di un’ istruzione di eccellenza e non scuole dove non viene garantita nemmeno la carta igienica. Ai partiti del centro sinistra l’invito ad una protesta congiunta nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori. La nostra proposta è quella di tagliare la spesa improduttiva e investire invece nella cultura e nell’istruzione, diritti fondamentali per ogni essere umano, perché rappresentano il pilastro del futuro dell’Italia. E per rimanere in tema in questi giorni stiamo anche assistendo alla scure che si è abbattuta sulla ricerca, il rovescio della medaglia della cultura, e mi chiedo come un Paese può uscire dalla crisi se non puntando sui giovani e sull’efficienza dell’apparato statale e produttivo garantito dall’efficienza delle risorse, umane ed economiche. Anche l’aspetto della corruzione dilagante di cui sono piene le nostre cronache nazionali va estirpato alla radice, ma se non si educano le giovani generazioni al rispetto delle legalità proprio nelle scuole ci troveremo un domani in una società povera di valori, ingessata nelle sue vecchie e cattive abitudini, dove i furbi la faranno da padrona e le persone che rispettano le leggi saranno considerate cittadini di serie B”.

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