venerdì 17 dicembre 2010

Un Piano d’ambito a misura d’uomo.




POLICORO – Un piano d’ambito a misura di persona. No alla cementificazione selvaggia della costa, basta con le case, gli alberghi e gli hotel. Il circolo Karaktèria del centro jonico sabato sera 11 dicembre ha tenuto un’assemblea pubblica per discutere di questo importante strumento urbanistico di pianificazione territoriale della zona Lido, quella che và dalla 106 jonica fino al mare, nella sala convegni della chiesa Maria SS del Ponte di piazza Eraclea. Tra i promotori dell’iniziativa il giovane Ivano Farina: “La nostra proposta è quella di uno sviluppo con ricchezza diffusa mettendo in risalto le risorse del posto che poi è lo scopo dei Piani paesaggistici territoriali. Ad esempio chiediamo che le case coloniche possono essere “allargate” e trasformate in agriturismi, un anfiteatro dove svolgere attività culturali, strutture ricettive per ragazzi. Insomma dobbiamo capire che tipo di turismo vogliamo. E chiedo inoltre cosa c’era di sbagliato nel vecchio progetto Akiris e perché si è adottata la variante Marinagri. Infine vorrei capire il perché al tavolo tecnico del 10 ottobre presso la Regione Basilicata sembra che l’indirizzo dato sia stato quello di aggiungere cemento su cemento, con le imprese edili ancora protagoniste”. Tra i relatori invitati anche Don Marcello Cozzi dell’associazione “Libera” di Basilicata: “Quando qualcuno parla di Basilicata isola felice dovrebbe conoscere fatti e personaggi della nostra regione. Se per mafia si intendono i morti ammazzati per strada, allora l’Italia è una splendida regione eccezion fatta per quattro regioni. Ma siccome non è così dobbiamo stare attenti a come la mafia si è evoluta negli anni andando ad investire proprio la dove ci sono interessi economici forti. E la costa jonica potrebbe essere una di queste. Ovviamente io non ho elementi per entrare nel merito della discussione di oggi, posso solo dire con certezza che due anni fa è stato certificato che in Basilicata agisce un’associazione criminale che prende il nome di Basilischi. Questa è una certezza. Così com’è certo che in questa regione ci sono morti senza un perché e senza sapere da chi sono state uccise queste persone. Ecco gli interrogativi ai quali cerchiamo di dare una risposta”. Beniamino Murgante, docente di pianificazione territoriale all’università di Basilicata, ha invece tecnicamente spiegato come i Piani territoriali devono essere utilizzatati stando attenti a preservarne le caratteristiche di tutela contro la vulnerabilità ai cambiamenti climatici soprattutto nelle zone di mare, quelle più esposte. “Con questo –sostiene il docente- non voglio dire che non ci sia bisogno di sviluppo turistico soprattutto in questa zona al alta vocazione, ma mi limito a constatare anche la necessità di destinare aree per impianti di energia alternativa”. Il dibattito è stato moderato da Pasquale Lacanna e a visto l’intervento anche dell’ambientalista Palumbo.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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