venerdì 21 gennaio 2011

I Vigili urbani ritrovano una discarica di amianto in città




POLICORO – Il fantasma dell’amianto aleggia ancora sulla città d jonica. Ma se esso fino a qualche tempo fa sembrava esorcizzato, o meglio marginalizzato, ora ritorna ancora di stretta attualità. Infatti nei giorni scorsi, precisamene il 13 gennaio, durante un giro di ricognizione in città da parte della Polizia locale due Vigili urbani si sono imbattutti su un cumulo di macerie in una via periferica: Rossini. In un primo momento i pubblici ufficiali hanno pensato che si trattasse di una sorta di discarica a cielo aperto come ogni tanto ne vengono segnalate o rinvenute al comando di via G. Fortunato, ma poi dopo un’attenta analisi dei rifiuti abbandonati si sono resi conto di trovasi di fronte sì una discarica, ma di amianto-eternit, rifiuti pericolosi per la salute dei cittadini. Una volta acquisito il dato si informava subito le istituzioni competenti, tra cui anche il Prefetto di Matera e la procura della Repubblica, del ritrovamento: “di cumuli di rifiuti pericolosi costituiti –si legge nella relazione della Polizia municipale- da lastre di amianto-eternit abbandonati a margine della strada interpoderale in agro di Policoro (vedi foto allegate)”. Nella stessa giornata su disposizione del capitano dei Vigili, Antonio Labate, l’area è stata posta in isolamento e apposta la necessaria segnaletica stradale mobile per la sicurezza della viabilità stradale, e nello stesso tempo è stata chiesta la bonifica dell’area interessata per la tutela della salute pubblica. Ricordiamo che nel centro jonico il problema amianto è stato al centro di numerosi casi politici/giudiziari. Ad esempio anni fa fu lo stesso consigliere provinciale Nicola Viola a chiedere un intervento urgente nella zona mare, dove c’erano dei tetti di casette di legno sotto i quali si presumeva la presenza di amianto, oltre che nella zona dell’ex Zuccherificio di Policoro, una volta l’Eldorado dell’economia del comprensorio e dalla fine degli anni ’80 area industriale dismessa; e anche Legambiente ha denunciato a più riprese il problema. E proprio lì non sono mancate a più riprese operazioni delle forze dell’ordine che hanno disposto il sequestro di quello che qualcuno ha battezzato: il cimitero dell’amianto policorese. Inoltre c’è anche la normativa nazionale, la legge n.257/92, che stabilisce norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto e alle modalità di smaltimento dello stesso, a garanzia della sicurezza pubblica e privata dei cittadini. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle.

Gabriele Elia
(il Quotidiano della Basilicata)

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