martedì 15 febbraio 2011

Canile Policoro, l'Anta traccia un bilancio dei primi 10 mesi di attività

Una visita a sorpresa al canile di Policoro, questa mattina poco dopo le 12, è l'occasione per l'Anta di lanciare l'appello affinché siano adottati i cani e fare un bilancio con Maria Falcone e Manuela Calculli - rispettivamente presidentessa sezione Anta onlus Policoro e volontaria storica, attualmente dipendente dell'associazione - dei primi 10 mesi di vita della struttura. L'attività del canile, come si ricorderà, si avviò tre mesi dopo rispetto all'inaugurazione, quando rientrarono i cani accalappiati sul territorio comunale e successivamente ospitati a pagamento a Villa Piana, in Calabria. Con Maria Falcone abbiamo discusso di randagismo, sterilizzazioni, del progetto “Il cane di Quartiere” e delle polemiche scaturite relativamente alla gestione degli stanziamenti economici comunali.
L'APPELLO
Cani di taglia piccola, media e grande. Ci sono cuccioli e adulti, alcuni più irrequieti, altri più docili. Non mancano quelli sottoposti a terapie riabilitative in seguito ad interventi chirurgici o trattamenti farmacologici. Tutti, però, hanno bisogno del calore umano. Lo si capisce dai loro sguardi. Da qui l'appello di Maria Falcone: “ I cani aspettano di essere adottati, vogliono soltanto tanto affetto: nuovi amici. A tutti rivolgo l'appello a venire a visitare il canile.
IL PROGETTO "CANE DI QUARTIERE"
Avere il canile a Policoro non significa aver risolto il problema del randagismo. In città di cani che assaltano cassonetti in cerca di cibo se ne vedono tanti. Tanto meno si potrebbe pensare di riempire il canile fino all'inverosimile: oltrepassare i limiti numerici consentiti. Tuttavia l'impegno dei volontari e dipendenti Anta va oltre i confini della struttura. “ L'adozione del progetto, per il momento ancora rimasto nelle intenzioni, consentirebbe di avere dei controllori autorizzati in diverse zone del paese”, ha detto Maria Falcone. E, ancora: “ Nei quartieri andrebbero individuate delle zone destinate ai randagi, inoltre l'associazione potrebbe intervenire, come di fatto già avviene, quando i responsabili di quartiere necessiterebbero di supporto logistico, veterinario o farmacologico.
LA STERILIZZAZIONE
E' uno dei rimedi più efficaci per contenere la crescita del randagismo. Il trattamento è praticato da medici veterinari nel canile, ma fuori dalla struttura non è consentito, a meno che non siano i cittadini di buona volontà ad accollarsi le spese necessarie per effettuare la pratica dai veterinari abilitati. E se fosse adottato con appositi regolamenti comunali il progetto “Cane di Quartiere”? “In questo caso si darebbe il via libera alle sterilizzazioni esterne oltre che alla possibilità di applicare i microchip. Congegni, divenuti obbligatori per i cani dei privati, che consentono di censire gli amici a quattro zampe presenti sul territorio".
LE ACCUSE
Non è mancato, infine, chi anche attraverso facebook, ha avanzato sospetti sulla gestione dei fondi comunali destinati al canile. Abbiamo chiesto spiegazioni a Maria Falcone. “ E' l'ennesima umiliazione che siamo costretti a subire”, ha risposto. E, ancora: “ L'Anta è presente a Policoro da oltre 10 anni e ci siamo occupati dei randagi a nostre spese. E' vero che ora , dopo la realizzazione del canile, c'è una convenzione, è stato stanziato un budget giornaliero per ogni cane presente nel canile. Con la stessa somma, senza costi aggiuntivi, ci prendiamo cura anche dei cani che non sono ricoverati nel canile”, ha concluso.
La storia di Yuma
Se potessero parlare ne racconterebbero tante. Per alcuni, è il caso di Yuma, la sofferenza è stata ben visibile dal momento del ritrovamento. La sua storia ce l'ha raccontata Manuela Calculli. “ E' stata trovata con un cappio per cinghiali al collo che è stato tolto con un intervento chirurgico. Poi è stata curata, sterilizzata, vaccinata e le è stato applicato il micro chip. E' un husky femmina, di circa 5 anni, ed è pronta per essere adottata”.

Fonte
Pizzolla

Nessun commento:

Posta un commento