lunedì 11 aprile 2011

Gli studenti del liceo “E. Fermi” ricordano le vittime della mafia



POLICORO – La lotta alla mafia passa attraverso l’istruzione. La scuola è un agente di socializzazione che serve a costruire una coscienza civile, a partire da materie come l’Educazione civica. La manifestazione regionale di “Libera”, l’associazione che lotta contro tutte le mafie, ha lasciato il segno nella comunità regionale tanto che gli studenti del liceo “E. Fermi” del centro jonico, con la collaborazione del Dirigente scolastico, il Prof. Rocco Rondinelli, il 23 marzo scorso hanno approfondito all’interno di uno degli istituti scolastici più popolosi dell’intera Provincia di Matera le figure di coloro che la mafia l’hanno combattuta da diverse postazioni: giornalistiche, clericali, e quant’altro. E in particolare sono state discusse le iniziative messe in campo da persone che non ci sono più, ma il cui ricordo è sempre vivo: Giancarlo Siani, Don Peppino Diana, Angelo Vassallo, Peppino Impastato e Padre Pino Puglisi, che hanno fatto della lotta alla mafia la loro ragione di vita. “È ispirandosi alle loro parole e appassionandosi alle loro azioni, che si contrasta la mafia e si può trovare nuovo slancio per coinvolgere coloro che vogliono vivere in una società che coltivi e si fondi sui valori della giustizia e della legalità, aprendo una fase di serena e più civile convivenza nell’Italia intera”, spiegano Lorena Latronico (nella foto) e Michele Masulli, rappresentanti di istituto che aggiungono: “La mafia teme la scuola più della giustizia. L'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa” ebbe a dire Antonino Caponnetto, fondatore del pool antimafia di Palermo, e noi, con lui, evidenziamo l’esigenza che al lavoro delle forze di giustizia si affianchi un intenso investimento educativo e culturale per la promozione di una forte coscienza civile e della piena consapevolezza dei propri diritti e doveri nelle giovani generazioni”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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