giovedì 26 maggio 2011

Come cambia Policoro con l’arrivo degli Scarcia raccontato nel libro dal carabiniere Longo




Cinquant’anni di vita amministrativa non sono tanti per un Comune, ma sono viceversa sufficienti per raccontarne la mutazione sociale nel tempo. Ed è quello che ha fatto il Carabiniere/sociologo Francesco Longo nel suo libro: “Basilicata criminale: ascesa e declino del clan Scarcia nel Metapontino”, presentato venerdì 20 maggio nella biblioteca “Massimo Rinaldi”. Policoro è una ridente città in riva allo Jonio che ha sempre vissuto, fino agli anni ’80, di agricoltura e servizi annessi. Fino a quando però in città non arriva una famiglia numerosa di Taranto: gli Scarcia del patriarca Zi Emanuele. Da quel momento in poi in città si respira un’aria diversa: pesante. Ed è quella narrata da Longo, la cui professione lo ha aiutato molto nel ricostruire la mutazione genetica dei suoi residenti una volta entrati a contatto, e in qualche caso anche affiliati, agli Scarcia. La prefazione del testo è stata curata da Paride Leporace, direttore de “il Quotidiano della Basilicata”, moderatore dell’incontro: “Questo è un libro che va al di là della Basilicata e di come un fenomeno criminale può attecchire in una comunità. Longo ricerca i fatti accaduti in città negli anni in cui gli Scarcia avevano radici forti, ma che grazie all’operato dei suoi colleghi il clan è stato sconfitto. Ed è anche per questo se l’istituziione dei Carabinieri oggi è tra quelle più amate dagli italiani. La mafia però, come diceva Falcone, può essere sconfitta come lo è stata in questa città”. Il vice sindaco di Policoro, Mary Padula, ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale sottolineando come in Lucania fino agli anni ’70 c’era un certo senso del pudore su questo tema, ma poi gli interessi del post terremoto degli anni ’80, l’arrivo della Fiat a Melfi e un certo sviluppo della costa jonica l’ha attenzionata agli occhi della criminalità, lodando poi il coraggio dell’Arma nel rendere Policoro e tutta la regione tranquilla rispetto alle regioni limitrofe. Poi è stata la volta del capitano Fernando Carbone, comandante della Compagnia del centro jonico, nel mettere in risalto come chi usa la violenza e incute paura se fa proseliti crea quel vincolo associativo tale da rendere un territorio un’enclave mafiosa. Inoltre ha aggiunto come fortunatamente la Lucania è un’area scevra dalla mentalità mafiosa e che gli Scarcia sono rimasti un fenomeno isolato, a differenza di quello che accade in altre zone del Sud. L’avvocato e On. Cataldo, un principe del foro, ha dato alla discussione un altro taglio, esortando le forze dell’ordine a vagliare bene le dichiarazioni dei pentiti e anche le risultanze delle intercettazioni per non condannare a priori nessuno. E in questo suo ragionamento ha citato sentenze della Cassazione che di fatto, per le vicende di Policoro, hanno assolto gli imputati, Scarcia, dalle accuse addebitate loro anche da un familiare pentito, risultato poi inattendibile. Il docente universitario Mariano Longo (nessuna parentela lo accomuna all’autore del libro) ha invitato gli astanti a leggere il libro del suo ex allievo non con l’occhio dello storico o del giurista, ma di colui che ricerca la verità sociologica in una dicotomia Stato-anti Stato il cui bracio di ferro lo si può vincere solo con la pacificazione e un controllo meticoloso del territorio dei tutori dell’ordine pubblico. Francesco Longo, infine, ha spiegato che il pamphlet mira a creare quella coscienza comune di cittadini che mettono al primo posto del loro agire non la forza né tantomeno la furbizia, ma l’etica della pacifica convivenza. Sono interventi anche due ex ufficiali dell’Arma: Infante e Collalti.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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