giovedì 16 giugno 2011

Equitalia richiamata all’ordine

POLICORO - E’destinato a costituire un importante caso di scuola, la vicenda di un imprenditore di Policoro che ha vinto un contenzioso con la società di riscossione Equitalia, davanti alla Commissione tributaria, a cui
si è rivolto per avere giustizia di una sanzione stratosferica, che gli era stata applicata a fronte di un debito di
molto inferiore. A patrocinare le ragioni dell’imprenditore ci ha pensato l’avvocato Giovanna Bellizzi. I fatti: Equitalia Spa ha sottoposto a iscrizione ipotecaria, per un valore di debito pari a432.419,15euro,ben 67 immobili di proprietà del moroso, tra cui 26 terreni e 41 fabbricati con appartamenti e negozi. L'evidente sproporzione tra il debito del contribuente “infedele”, rispetto al valore dei beni sottoposti a vincolo e pari 13.400.000 euro, ha indotto lo studio legale Bellizzi a sottoporre la questione al vaglio della Commissione Tributaria di Matera, evidenziando le molteplici e gravi violazioni della legge in materia. Con la sentenza numero 01/02/2011, l'autorità giudiziaria ha condiviso integralmente la richiesta della difesa, riconoscendo così, l'ingiusta sproporzione dell'azione esecutiva di Equitalia Spa e disponendo, a carico dell'ente, un provvedimento di restrizione. In sostanza, la Commissione Tributaria di Matera impone, con la sentenza già esecutiva, la riduzione dell'ipoteca ai soli immobili in grado di garantire il credito, con conseguente liberazione della quasi totalità dei beni dell’imprenditore ricorrente. «Questo studio legale -spiega l’avvocato Bellizzi- esprime grande soddisfazione verso la decisione del giudice tributario, considerato che sarà così possibile, per il mio assistito, dare nuovo impulso alla sua attività imprenditoriale, fortemente messa in discussione da un provvedimento abnorme dell'Equitalia Spa. In effetti, l'iscrizione ipotecaria, così come era stata concepita e realizzata impediva al mio cliente anche di vendere i suoi immobili pur di pagare il debito tributario». La conseguenza paradossale di tale vicenda era che l'attività di riscossione posta di in essere dall'esattore, non solo contribuiva ad aggravare le condizioni economiche dell’imprenditore con il blocco sostanziale della sua attività, ma precludeva di raggiungere il suo stesso obbiettivo, ossia il recupero del credito tributario. Nel frattempo, gli interessi continuavano a maturare sul debito con conseguenze che potevano rivelarsi disastrose. «Tuttavia - conclude l’avvocato Bellizzi- la sentenza ha avuto il pregio di riconoscere come valido il principio che anche l'ente preposto alla riscossione dei tributi nello svolgimento della sua azione di recupero dei debiti dei cittadini, deve astenersi da provvedimenti eccessivi, sproporzionati e potenzialmente dannosi non solo per il patrimonio del singolo cittadino, ma anche dell'economia collettiva». Il pensiero va inevitabilmente, ai tanti agricoltori jonici che si trovano nelle medesime condizioni.

FONTE
Il Quotidiano della Basilicata

Nessun commento:

Posta un commento