sabato 3 settembre 2011

Festa Pd: Focus agricoltura "parte di identità culturale"

Il focus su “Agricoltura, criticità e nuove opportunità” ha aperto la terza giornata (3 settembre) della Festa Nazionale Democratica sul Mezzogiorno a Policoro. Nella sala gremita dell’OroHotel, alla presenza del senatore Filippo Bubbico, del capogruppo Pd di Policoro, Gianluca Marrese e del segretario regionale Pd, Roberto Speranza, ha moderato il dibattito la senatrice Pd, Maria Antezza che ha presentato gli ospiti sottolineando la grande importanza del settore agricolo per lo sviluppo del Paese e del Mezzogiorno. “Oggi dire agricoltura, ha precisato Antezza, “significa dire cibo, salute, ambiente, cultura, turismo, lavoro. E’ per questo che la questione agrobiologica dovrebbe essere tutt’altro che marginale nel nostro Paese. Ci troviamo, invece, di fronte ad un governo che negli ultimi anni non ha dato al settore nessun tipo di sostegno. Il Pd continuerà a fare le sue battaglie per promuovere il settore agroalimentare come uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo”. Anche per Donato Distefano, della C.i.a., ci sono molte criticità oramai strutturali. Ma è anche vero che esistono grandi opportunità. “Le prime, ha spiegato Distefano, vanno affrontate e risolte strutturando modelli imprenditoriali nuovi, introducendo una legge di sostegno e di accompagnamento del ‘Made in Italy’ e dell’agroalimentare, un Testo Unico e un fondo unico nelle singole regioni che capitalizzi il processo integrato; le opportunità esistenti vanno colte costruendo una vera e propria politica agroalimentare nazionale per promuovere anche in Europa le nostre produzioni”. Per Piergiorgio Quarto, di Coldiretti, è necessario ridare all’agricoltura il valore di identità che ha perso, individuando strategie e progetti necessari per un settore che ormai è multifunzionale e completamente a sostegno del territorio.
Nicola Minichino, di Co.pa.gri., ha evidenziato le grandi potenzialità della Basilicata, che risiedono soprattutto nella qualità dei prodotti del territorio. Per sfruttare fino in fondo queste opportunità è necessario, secondo Minichino, rafforzare le infrastrutture, tornare alla programmazione e puntare sui giovani. Si è rivolto direttamente ai parlamentari del Pd Beniamino Spada, di Confagricoltura, che ha chiesto un impegno politico affinché il dibattito sulle prospettive finanziarie non veda perdente l’agricoltura italiana, in un governo che ha diminuito negli anni la spesa agricola, nonostante la ricchezza prodotta.
Per Leana Pignedoli, capogruppo Pd commissione agricoltura al Senato, il problema, a monte, è un governo che non ha mai fatto dell’agricoltura una priorità. Un governo che ha cambiato tre ministri in tre anni, senza realizzare nessun piano organico per il settore, effettuando tagli senza nessuna programmazione. “Siamo in un momento, ha precisato Pignedoli, in cui è necessario fare una scelta coraggiosa. Abbiamo una vera vocazione per l’agricoltura, abbiamo il patrimonio, la qualità e le possibilità. La nostra scommessa è quella di riuscire a trasformarle in valore economico e non solo culturale. Una scommessa che deve riguardare la politica, le istituzioni e il sistema imprenditoriale”. La politica agricola è anche al centro della discussione al Parlamento europeo. Lo ha testimoniato l’europarlamentare Pd, Andrea Cozzolino, ricordando che, nonostante la mancanza di politiche in questa direzione dell’attuale governo italiano, nel 2012 si deciderà l’entità delle risorse finanziarie da destinare all’agricoltura dell’Italia e in particolare del Mezzogiorno. “E’ importante -ha proseguito Cozzolino- che queste risorse qualitative e quantitative arrivino nel nostro Paese ed occorre per questo una forte mobilitazione e maggiori iniziative da presentare al Parlamento europeo”. “Imperativo categorico è dimenticare il binomio agricoltura meridionale/arretratezza”, ha affermato Enzo Lavarra, coordinatore Forum Agricoltura Pd nazionale che, nel chiudere i lavori del focus, ha ricordato che l’agricoltura, nella sua multifunzionalità, rappresenta un filo di congiunzione con processi di recupero dell’identità culturale dei nostri territori e, in tal senso, bisogna promuovere la dieta mediterranea, già ascritta alla prestigiosa lista del patrimonio culturale ed immateriale dell’umanità".

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