martedì 8 novembre 2011

No Scorie Trisaia:Pozzi minerari sotto l’Itrec: chiediamo alla Gas Plus e non alla Regione un gesto istituzionale di tutela dal rischio contaminazione

Gli uffici regionali del Dipartimento ambiente continuano ad essere una diga aperta verso gli interessi delle società minerarie. Hanno, infatti, autorizzato il rinnovo delle concessioni “Monte Morrone” e “Nova Siri Scalo”, entrambe di interesse in provincia di Matera della Gas Plu italiana. La concessione “Monte Morrore” riguarda i territori di Pomarico, Pisticci e Ferrandina: ha 3 pozzi estrattivi e “produce” 9 milioni di metri cubi di gas all’anno, dunque sotto la franchigia di 25 milioni di metri cubi, per cui ai tre comuni non va un centesimo di euro di royalties. La concessione “Nova Siri Scalo” riguarda, invece, due “famigerati pozzi”, il “Rivolta 001″ e il “Nova Siri 001″, entrambi a circa 200 metri dal deposito di scorie nucleari dell’Itrec in Trisaia di Rotondella. Due pozzi per i quali la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) e il movimento No Scorie Trisaia hanno fatto in più occasioni battaglie per la loro chiusura per un possibile fenomeno di subsidenza (abbassamento del suolo terrestre fino anche a 5 metri) che potrebbe determinare fuoriuscita di materiale radioattivo e contaminazione dell’alto Jonio. Sono due pozzi attivi dal 1984, che oramai estraggono non più di 189 mila metri cubi di gas (un’inezia), che sono stati contestati anche dai Consigli comunali di Nova Siri, Rotondella e Policoro e sulla cui pericolosità geologica si è dichiarato contrario anche il geologo americano, professor Leonardo Seeber, uno dei massimi sismologi internazionali. Tutti contrari, dunque, ai due pozzi sotto l’Itrec, tranne la Gas Plus, il Dipartimento ambiente e l’assessore regionale, Agatino Mancusi, il quale – a differenza del precedente assessore Vincenzo Santochirico che minimizzò il problema (ma a quel tempo non si era ancora espresso Seeber) –, non si è degnato di dare nemmeno una sua spiegazione, non ai movimenti che contestano, ma al professore Seeber, ai sindaci e ai cittadini dell’area a rischio di contaminazione. D’altronde, non è l’unico atteggiamento poco istituzionale della gestione ambientale della Regione Basilicata nei confronti di petrolieri internazionali e di petrolieri locali. Innanzi tutto denunciamo l’arroganza degli uffici del dipartimento ambiente di prolungare il periodo di vigenza della concessione proprio nel giorno della discussione nel Consiglio Regionale della “questione petrolio” facendo ricorso ad uno stratagemma che si potrebbe definire alla “Ponzio Pilato”. La Regione, infatti, esclude la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) creando un artificio burocratico che vieta a enti, associazioni, movimenti e cittadini, la possibilità di opporsi alla richiesta di rinnovo di concessione ed aggira così anche i possibili pareri dei Comuni interessati e rinvia tutto alla Conferenza dei servizi che si terrà a Roma alla presenza della Gas Plus e del Ministero per lo sviluppo economico. Mentre, magari, centinaia di osservazioni e contestazioni già inviate alla Regione, diventano nel frattempo carta straccia e tempo sprecato da chi cerca, a differenza del Dipartimento ambiente di via Anzio, di capirne di più. Ola e No Scorie – nel rinnovare la richiesta di dimissioni dell’assessore Agatino Mancusi e del suo capo dipartimento, Donato Viggiano, nel far notare ai protagonisti di questo assurdo gesto di abominevole e vergognosa arroganza sociale che l’affare dei due pozzi sotto l’Itrec non supera il valore di mercato di 50 mila euro all’anno – chiedono non alla Regione, tanto riteniamo sia inutile, ma alla Gas Plus di fare un passo indietro istituzionale, rinunciando alla Conferenza dei servizi di Roma e al rinnovo della concessione “Nova Siri Scalo”.

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