domenica 11 marzo 2012

La donna nella società civile. Al museo della “Siritide” tavola rotonda l’ 8 marzo




POLICORO – Nella giornata dell’otto marzo, festa della donna, il museo nazionale della “Siritide” del centro jonico ha organizzato, per non far passare inosservata una ricorrenza così importante, una tavola rotonda dal tema: “Donna e archeologia” nella sala Dinu Adamesteanu. Tra le relatrici Tonia Giammatteo, archeologa: “Dagli studi da me condotti e dal ritrovamento di monili, tessiture, oggetti vascolari e reperti archeologici vari, la donna aveva in età dal 5 secolo avanti Cristo al 330 dopo Cristo un ruolo meramente familiare di far crescere la prole e governare la casa. Inutile sottolinearlo: il capo famiglia era nel senso etimologico del termine l’uomo. Con il passare del tempo però, e voglio sottolineare il ruolo delle archeologhe in epoca 1800/1900, la donna si è affrancata recuperando terreno, emancipandosi e raggiungendo così la quasi totalità dei diritti con l’uomo. Dico quasi totalità perché delle differenze sostanziali ci sono ancora. Questo perché la donna deve sdoppiarsi tra la famiglia e il lavoro e molto spesso alcuni diritti non le vengono riconosciuti: ad esempio durante la gravidanza o nei primi mesi di puerperio. C’è ancora poca sensibilità nella società civile su questo doppio lavoro cui è soggetto la donna. Questa giornata però deve servire a mio avviso per ribadire che la donna è al centro della società e il suo istinto materno la porta a vedere i problemi con occhi più umani; ecco questo è un punto di forza ancora sottovalutato dalla società. Anzi ci sono casi in cui, nonostante ci troviamo nel terzo millennio, la violenza in famiglia e sulla donna più in generale sono frequenti e la richiesta di giustizia ancora debole. Molti reati vengono sottaciuti e quando si denunciano la giustizia è lenta e spesso carente nella repressione”. La collega Sabrina Del Piano ha invece invitato gli astanti a riflettere sulla condizione della donna cercando una interazione tra le varie culture dalle quali prendere il meglio senza autoreferenzialità, ma raggiungendo quell’equilibrio generazionale e culturale al tal punto che la donna possa guardare l’uomo dallo stesso piano. E’ intervenuta anche, in rappresentanza dell’Archeoclub, Maria Domenica Pasquino che ha tracciato l’evoluzione dello status sociale della donna nel tempo e in rappresentanza di due associazioni Chiara Farella, Comitato femminile Croce rossa italiana di Policoro e Maria Lovito, Fidapa. Quest’ultima ha presentato in alcuni Comuni del comprensorio la proposta di intitolare vie a donne che si sono particolarmente distinte nei vari ambiti sociali. Le conclusioni sono state tirate dal Soprintendente ai Beni archeologici Antonio De Siena, mentre il responsabile del museo di Policoro, Giuseppe Battafarano, ha fatto gli onori di casa. Dopo il convegno, organizzato dalla stessa Soprintendenza e dalla dipendente Rosa Caputo, la serata è stata allietata con la rappresentazione teatrale “Isabella vivrà” a cura del parco letterario “Isabella Morra” di Valsinni.

Gabriele Elia (fonte il Quotidiano della Basilicata)

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