giovedì 22 marzo 2012

Pusher jonici lasciati a secco

POLICORO - Fornivano la droga a tutti i pusher del Metapontino, gli affiliati al clan Scialpi, organizzazione criminale del rione Tamburi a Taranto, sgominata da un blitz dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, con la vasta operazione “Monkey Business”, frutto di un'articolata attività per combattere il fenomeno del traffico illecito di stupefacenti. Sono 44 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Lecce nella persona del sostituto procuratore, Alessio Coccioli. L'operazione ha permesso di indagare 103 soggetti per reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e, soprattutto, per associazione finalizzata all'illecito traffico di sostanze stupefacenti (art.74 del DPR n.309 del 1990). I fatti contestati a tutti gli indagati sono stati commessi negli anni 2010 e 2011 con condotte realizzate nella provincia di Taranto, Bari, Brindisi e Lecce, nonché nelle limitrofe regioni Basilicata e Calabria. «E’emersa -hanno spiegato i carabinieri di Taranto in una conferenza stampa l'esistenza di un'associazione dai connotati tipici di cui all'associazione, i cui elementi caratterizzanti e distintivi sono costituiti dalla esistenza del vincolo che legava i suoi membri,la professionalità del loro agire nel tempo, la condivisione degli scopi dell'organizzazione, ma soprattutto la particolare struttura organizzativa -in chiave gerarchica- tra i livelli di vertice e la base, con una chiara ripartizione tra gli associati dei compiti necessari al perseguimento dei fini illeciti della stessa. L'associazione operava prevalentemente in Taranto ed era dedita all'approvvigionamento, detenzione, cessione e consegna di sostanza stupefacente. I consociati operavano in maniera tale che ogni individuo era consapevole di appartenere a questo gruppo; ne conosceva le finalità, ne condivideva gli scopi, operava con suddivisione di compiti, agiva in modo tale che consapevolmente conferiva un apporto materiale affinché l'associazione potesse operare continuativamente nel tempo per commettere una serie di fatti reato». Il capo di imputazione principale accusa i destinatari del provvedimento “per avere tutti partecipato ad un'associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina, utilizzando per lo spaccio minori degli anni 18 e persone dedite all'uso di stupefacenti”.

Fonte Il Quotidiano della Basilicata

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