martedì 3 luglio 2012

Da Roma in Basilicata. Il ritorno a casa del maresciallo Mucci



POLICORO – Se Cristo si è fermato ad Eboli, come scriveva Carlo Levi quando venne mandato al confino dal regime nel piccolo paese di Aliano, a sottolineare come il mondo si fosse fermato in Basilicata, a distanza di quasi un secolo qualche progresso è stato fatto nella piccola regione d’Italia. Nel campo del rispetto della legge ad esempio. E a garantirla nel Comune della collina materana è il policorese Gianfranco Mucci (il primo da destra nella foto), grado maresciallo capo, che guida la stazione insieme ad altri suoi commilitoni. Il suo lavoro è quello di unico tutore della legge e presidio statale, quest’ultimo insieme al sindaco, oltre ad essere riferimento sociale tacito dei circa 1000 abitanti col medico condotto e parroco. Questa sua intensa attività, in divisa e in borghese, gli è valsa una citazione sul periodico nazionale dell’Arma: Il Carabiniere. Mucci, il comandante come lo chiamano non solo ad Aliano ma anche nella sua natia Policoro, è molto orgoglioso del ruolo che ricopre e di aver scelto la sua terra come luogo dove espletare servizio d’ordine. La sua non è soltanto una presenza di testimonianza, come capita spesso a chi tocca dirigere una stazione di periferia, ma viceversa è quella che in gergo si chiama: un uomo delle istituzioni. Non riscalda la sedia ma ha una visione del carabiniere ad ampio raggio: è operativo. Nei piccoli centri tutto passa quasi inosservato e l’unico nemico da combattere è la noia. Non c’è una grande effervescenza culturale, ma guai ad appiattirsi su posizioni preconcette e su pregiudizi: tanto non succede mai nulla. “Nel 2008 –racconta Mucci- sono ritornato nella mia terra dal Comando generale di Roma dove prestavo servizio. La mia è stata una scelta di vita, romantica se così possiamo dire, e non sono affatto pentito della mia decisione. Dico sempre ai miei tre colleghi di non abbassare mai la guardia e di stare “in campana” perché il pericolo è sempre dietro l’angolo. Tanto per fare un esempio abbiamo sventato un suicidio e il nostro gesto ha ricevuto un apprezzamento dal Comando Legione; abbiamo risolto un caso di stalking e ci siamo distinti nell’aver consegnato alla giustizia più di qualche trafficante di droga e armi. Queste azioni hanno dato un segnale forte a tutto il territorio; infatti da un anno a questa parte l’attività di prevenzione e repressione ha dato i suoi frutti e Aliano è ritornata ad essere il paese che Levi ha conosciuto”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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