venerdì 26 ottobre 2012

A rischio la sede Inps. Dipendenti in stato di agitazione


POLICORO – A maggio la Cciaa di Matera ha chiuso lo sportello distaccato del centro jonico all’interno dei locali del Municipio, anche se ne hanno aperto uno telematico a Pisticci. Ora potrebbe toccare anche alla sede decentrata dell’Inps (Istituto nazionale previdenza sociale) lasciare Policoro, sempre nei locali dalla casa comunale, e chiudere i battenti. Da una settimana e fino ad oggi (venerdì) per chi legge i 18/19 dipendenti sono in stato di agitazione. Il servizio pubblico viene garantito fino alle 12:00 e poi tutti in assemblea. I tagli di risorse e personale non risparmia nessun ufficio pubblico e in maniera indiscriminata crea disagi ai cittadini. Sono molti i professionisti che frequentavano la Cciaa di Policoro così come tantissimi sono gli utenti dell’Inps, che accorpa tutto il circondario. Tanto è vero che negli ultimi anni la sede Inps territoriale è stata anche oggetto di lavori di allargamento con conseguente potenziamento del personale. Ora però potrebbe essere azzerato per effetto della riforma dell’assetto dello Stato che prevede la cancellazione di alcune province da parte del Governo Monti tra cui anche quella di Matera, perché non rispetta i parametri sia della popolazione residente che della superficie. Ecco dunque che a cascata se andrà in porto la riforma così come è stata voluta dal Governo tecnico guidato dal professor Monti nella legge di Stabilità (ex Finanziaria), in discussione in Parlamento, oltre al Palazzo di via Ridola, sede della Provincia, andranno via dal capoluogo e provincia tutti i presidi statali. A tutto ciò si aggiungono anche i tagli al personale Inps con ripercussioni negative sui servizi agli utenti, tra cui molti pensionati. I numeri che i sindacati hanno fatto circolare durante la settimana di protesta sono: 300 milioni di euro in meno per gli Enti previdenziali e assistenziali (anche l’Inail); soppressione di gran parte dei processi operativi degli Enti disciolti; messa in mobilità forzata dei dipendenti in soprannumero; esternalizzazione dei processi lavorativi.

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata


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