venerdì 26 ottobre 2012

Con quale diritto?

Se i mostri siamo noi

Era il 1977  quando Edoardo Bennato cantava la canzone “Dotti medici e sapienti” contenuta nell’album “Burattini senza fili”; un testo che sottolinea la totale incapacità degli adulti di comprendere il mondo dei giovani.  Dopo  35 anni siamo stati capaci di fare peggio; in nome di chissà quale “Progresso” abbiamo violato la vita di un bambino di soli 10 anni e incurante dei suoi desideri e bisogni lo abbiamo strappato alla sua casa, ai suoi giochi, ai suoi affetti; lo abbiamo tolto da quella quotidianità che rassicura e da speranza.   Quando ho visto quelle immagini e le interviste dei giorni successivi in cui la vicenda veniva “analizzata” dai così detti sapientoni (specialisti della mente, giudici e giornalisti) io non ho potuto fare a meno di pensare che quel video in realtà rappresenta la testimonianza del  fallimento totale di noi poveri adulti.
 Ha fallito la famiglia, le istituzioni, la società,  la branca della medicina chiamata psichiatria e hanno fallito anche le scienze psicologiche.
Esistono persone che giocano a fare i genitori, che a causa della loro solitudine, usano i figli come merce di scambio, nella migliore delle ipotesi o, come strumento per perpetrare ritorsioni e vendette. Perché deve essere il figlio a prepare la valigia quando i genitori si separano? Il bambino dovrebbe avere una fissa dimora ed essere il padre o la madre a spostarsi. Questo sarebbe un modello di civiltà che rispetta  e tutela i diritti del minore.
E invece facciamo parte di una società malata di egoismo che, nonostante secoli di pedagogia e di “psi” è  incurante dei bisogni dell’Altro” e, come un perverso narcisista, impone e giustifica l’uso del poter e della forza per raggiungere i propri fini.
 Delle Istituzione, in cui giudici, avvocati e tribunali che dovrebbero elevarsi a modello esemplare di rettitudine, non si spostano di un palmo dal funzionamento patologico di quei comportamenti che vanno a giudicare e sui quali emettono sentenze.
E poi la disinformazione portata avanti da alcuni giornalisti che a mio avviso per i danni che procurano dovrebbero solo cambiare mestiere. Mi riferisco ancora al video, e precisamente a quando il funzionario di polizia dice alla zia del bambino “…lei non è nessuno”. Questa espressione non è come alcuni vogliono far credere, “manipolazione ad hoc” decontestualizzata e pertanto non veritiera.  E’ peggio. E’ follia pura e le parole del direttore del giornale Avvenire pronunciate due domeniche fa all’Arena di Giletti ne sono un esempio. Il direttore dice: ”..provate a far scorrere le immagine togliendo l’audio e a metterci delle risate o una musica rilassante, vedrete che tutto apparirà meno drammatico…!!!” Ma ci rendiamno conto! E questo solo perché si stava dando troppa enfasi a quelle immagini che a suo avviso erano “manipolate per fare scoop. E’ troppo! Mi viene solo da urlagli “MOSTRO”;  ma a quale specie animale appartiene; come si possono partorire frasi così miope, becere,  folli. Questa è pazzia pura; è perdere ogni contattao con la relatà. Mi chiedo e vi chiedo PERCHE’? Perché tutte queste speculazione inutili, perverse, così distante dall’unico aspetto importante, fondamentale e sacro santo quale è: il desiderio e il bisogno di quel bambino che vuole stare con la mamma. L’ha detto chiaramento e lo ha dimostrato opponendo resistenza con tutte le sue forze. Perché negare questo fatto? Perché minimizzare? Perché neghiamo l’evidenza? E che razza di padre è quello che usa la forza per trascinarlo via dal suo ambiente e costringerlo a stare con lui. O di quella madre che elenca al figlio tutte le cattiverie, vere o presunte del padre.
Noi invece, incuranti del bambino, e dall’alto della nostra saggezza lo abbiamo portato nella casa protetta. Ma protetta da chi se i mostri siamo noi?
Per fortuna a restituirmi un senso in questo oceano mediatico di no–senso, sono state due persone: il Professor Luigi Cancrini, il quale ha sottolineto l’importanza di ascoltare e soddisfare i bisogni del ragazzo (è’ da anni che si batte perché gli adulti imaprino ad ascoltare i desisderi e i bisogni dei bambini /ragazzi) e il giornalista di “Chi l’ha visto”, Pino Rinaldi, il quale con molta fatica, ha ricordato che quel video è un fatto. Mandato in onda con l’intento di sottolineare una barbarie commessa nei confronti di un minore, da parte di adulti che dovrebbero tutelare la sua crescita fisica e psicologica.  Mi sembra di vivere un  paradosso. Se non fosse per Internet e per i cellulari potrei dire che stiamo vivendo un secondo “Basso Medio Evo”, speriamo che non debbano passare altri mille anni per un nuovo “Risorgimento”.

Carmela Vitale
Psicologa (Policoro)

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