venerdì 9 novembre 2012

All’asta le concessioni demaniali?


POLICORO – Durante l’estate appena trascorsa come lanciammo l’allarme sugli effetti negativi di una direttiva Ue. Ora però l’autunno non porta nulla di buono e si fa sempre più concreta la possibilità che dal gennaio 2015 le concessioni demaniali degli stabilimenti balneari vengano messe all’asta. Infatti entro il 31 dicembre 2014, allo stato attuale dell’arte, dovranno infatti essere definiti i bandi per l'assegnazione delle concessioni demaniali e le autorizzazioni rilasciate con gara non potranno avere una durata superiore ai 25 anni per le spiagge e 50 anni per i porti turistici. “La Spagna –osserva Mormando del lido Sirena in Policoro- ha aiutato gli impresari del turismo estendendo a 75 anni le concessioni e blindando di fatto chi dopo anni e anni di sacrifici ha costruito o ristrutturato uno stabilimento balneare. Da noi invece il Governo non ha assunto una posizione chiara nei nostri confronti e così a Bruxelles si potrebbe consumare per noi la beffa di mandare in fumo i nostri sacrifici se la direttiva Ue dovesse andare in porto così come è stata approvata. Il sindacato di categoria, Federbalneari (Fiba), ha sollevato il caso al Governo però nessuna risposta ci è stata data in un senso, accoglimento, o nell’altro, rigetto. Una presa di posizione netta non c’è stata e dunque aspettiamo con trepidazione gli sviluppi”. La direttiva, sulla quale gli impresari del divertimento chiedono una deroga come in Spagna, è stata promossa in virtù del principio comunitario del libero mercato che in Italia non ci sarebbe, secondo l’Ue, nel settore delle concessioni demaniali. Anzi l’Ue avrebbe attivato addirittura una procedura d’infrazione contro l’Italia. Dal canto suo il sindacato già nella stagione estiva 2012 a livello nazionale mise in campo la serrata degli ombrelloni, alla quale aderirono quattro lidi di Policoro, nella speranza che questo loro grido d’allarme poteva scuotere le coscienze dei governanti a tutti i livelli. L’Esecutivo romano sembra però nicchiare, da indiscrezioni trapelate in questi giorni, e dunque all’orizzonte si profila una potenziale spoliazione d’impresa nei confronti di coloro i quali sono nati e cresciuti negli stabilimenti balneari creando occasioni di lavoro per loro stessi, famiglie e dipendenti. Con l’evidenza pubblica chiunque, con l’offerta più vantaggiosa, potrà candidarsi a gestire una struttura con annesso arenile senza sapere però con quali prospettive per lo stesso turismo, settore che in Basilicata ha enormi potenzialità ancora inespresse. Certo non è da escludere che chi arrivi da fuori possa invertire il trend portando una ventata di managerialità e di inventiva che forse in loco non sono ancora sviluppate, però e altrettanto vero che le ricadute occupazionali in zona potrebbero essere negative. Il forestiero si porta con sé anche i collaboratori. E un esempio, negativo, Policoro ce l’ha con l’edilizia. Nell’ultimo lustro è nata una seconda città tra il Lido e l’area nord quasi al confine con la vicina Tursi, però le imprese pugliesi si portavano da casa anche l’acqua non lasciando nulla al territorio colonizzato da altamurani e gravinesi com’è stato colonizzato nel settore del credito anni addietro. Il prossimo sarà il turismo?
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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