lunedì 17 dicembre 2012

Trivelle in terra e mare: Il 17 dicembre parte la marcia della sostenibilità contro gli interessi dei petrolieri


 Il 17 dicembre a Policoro parte la marcia della sostenibilità per salvare il mare e la terra dalle trivellazioni petrolifere con sindaci, le associazioni e i cittadini dello jonio appulo-lucano-calabrese. Tutti sono invitati a partecipare e  dare il proprio contributo di dee e di tempo per fermare lo scempio ambientale delle nostre terre, del nostro mare e per costruire un percorso culturale, sociale e politico di sostenibilità in campo ambientale, economico ed energetico nel rispetto degli interessi dei cittadini e non delle lobby dell’energia. In ballo c’e il nostro presente e il futuro delle nuove generazioni. Nel mar Jonio delle 11 istanze di ricerca petrolifere in itinere sono già pervenute nei comuni jonici ben 4 istanze con relativo procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale Ministeriale cui i comuni, province, regioni, associazioni e cittadini dovranno opporsi. I 4 procedimenti  arrivati nei comuni riguardano 2 della Schell (D73 e D74) e 2 dell’Appennine Energy srl (la D1448 e la D150). Le ultime 2 dell’Appennine Energy sono le trivellazioni sottocosta attaccate alla battigia (vicino agli ombrelloni) e riguardano due tratti di costa, da Nova siri a Metaponto in Basilicata e da Villapiana a Rossano in Calabria. Sono ben 6 le compagnie petrolifere che vogliono mettere le mani sul mar Jonio.Inoltre le istanze di ricerca petrolifera  sulla terraferma a macchia d’olio riguarderanno a breve tutti i comuni costieri da Manduria(Ta) a Rossano Calabro (parte della Basilicata è già interessata).Da Nova siri(Mt) a Roseto Capo Spulico(Cs) i comuni hanno già ricevuto i primi nuovi procedimenti su terraferma. All’assalto dei petrolieri e degli interessi delle lobby petrolifere sulle nostre coste e sui nostri mari si contro-porrà la cultura civile e democratica dei sindaci e dei cittadini per cambiare le leggi e le istituzioni che remano contro i nostri territori. Se ci troviamo in queste condizioni, è colpa dei parlamentari che appoggiando il governo Passera –Monti hanno dato il via libera ai procedimenti per trivellare i nostri mari e delle regioni che autorizzano le trivellazioni in terra ferma(Basilicata docet). Il petrolio poco e di bassa qualità che si vuole estrarre nello Jonio non alzerà di molto i valori economici di quello già estratto in terraferma in Basilicata che è appena il 6% del fabbisogno nazionale (cioè appena 22 giorni di fabbisogno nazionale), non giustifica il sacrificio delle popolazioni meridionali sottomessi agli interessi delle multinazionali o delle incapacità istituzionali, che di nazionale hanno ben poco. Come le società petrolifere che vengono a perforare: sono private e non pubbliche e dunque fanno profitti e non partecipano alla riduzione del deficit petrolifero nazionale perché vendono al miglior offerente il petrolio estratto da noi. All'Italia forse non lasciano nemmeno il giusto ritorno di tasse. Le leggi sono fatte a favore dei petrolieri e non dei cittadini. I petrolieri alle condizioni attuali trivelleranno poco alla volta tutta l'Italia con tutti i mari, perché non lasciano nulla ai territori e non hanno severe regole ambientali così come accade in tutte le altre parti del mondo. Se imponiamo condizioni politiche,sociali,economiche e ambientali come nel resto del mondo diverso i petrolieri vanno via da soli.Alla fine  i territori diventeranno dei deserti con il richio di perdere l'acqua ,vera unica ricchezza  rinnovabile e non a termine . Il 17 dicembre è solo l’inizio di un percorso che i cittadini dello Jonio inizieranno nelle proprie comunità per fermare le lobby dei petrolieri ,la cultura politica del sottosviluppo e per affermare nuovi modelli sostenibili e compatibili con i territori .

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