martedì 19 febbraio 2013

«Il lavoro non è negoziabile»


Il lavoro è un «valore non negoziabile». L'affermazione di monsignor Giovanni Ricchiuti pronunciata nel corso del week end sociale (16/17 febbraio) celebrato a Policoro (Padre Minozzi) dalla conferenza episcopale di Basilicata e dalla commissione regionale per il laicato dal tema: “Famiglia e lavoro per lo sviluppo del Mezzogiorno”. Durante i lavori il prelato ha sostenuto che il lavoro è non solo un monito a chi dovrebbe governare i processi economici, ma anche una condicio sine qua non, che serve all'uomo per promuovere la propria dignità e alla famiglia per realizzare le aspettative che le sono proprie. A far riflettere i convenuti nella giornata dei giorni scorsi, c'era l'economista lucano, Nino D'Agostino. Il focus della sua relazione è stata ovviamente incentrata sul lavoro. Un lavoro che, in una realtà come quella meridionale, è una delle urgenze da affrontare. Ma chi sono gli attori su cui far leva? Prima di tutto la politica che da una parte deve «organizzare la spesa pubblica in funzione dello sviluppo, dell'interesse collettivo e non soltanto per creare consenso» e dall’altra «distribuire le risorse con criteri di giustizia sociale, aggredendo prioritariamente il tema della povertà e dell'esclusione sociale». C’è poi il ruolo che devono avere le imprese. «Nuova occupazione - ha detto D’Agostino - si ha quando si è competitivi, in un mercato dei beni che tira, che apre nuovi spazi di collocamento dei prodotti» ma per essere competitivi bisogna tener conto «della pressione fiscale, il costo del lavoro, quello dell'energia, l'accesso al credito». Ma attori nel processo economico sono anche i giovani che devono «saper cogliere le opportunità che ci sono» e «accettare il rischio d'impresa». D’Agostino ha auspicato un “piano del lavoro” come strumento fondamentale per risponde ai morsi della crisi auspicando una «economia sociale di mercato come modello di sviluppo dell'economia che concili la libertà di mercato con la giustizia sociale, armonizzandole tra di loro». Ma per fare tutto questo c’è bisogno di «un cambiamento» e non assecondare lo status quo. D’Agostino guardando alla realtà lucana ha parlato anche di «questione lavoro al femminile». «Lo sviluppo della regione - ha detto - coincide in massima parte con la questione femminile». E ha aggiunto: «la disoccupazione femminile è uno spreco di risorse umane che non ci possiamo permettere» che «non è soltanto ricerca di pari opportunità lavorative e reddituali» ma anche e soprattutto «questione demografica: senza la ricomposizione
in tempi brevi del tessuto demografico regionale non si va da nessuna parte». Ad aggiungere altri spunti, ci ha pensato l’arcivescovo di Acerenza, Monsignor Giovanni Ricchiuti. Nella sua omelia, durante la messa di ieri mattina ha detto che: «il week end è un segno che va interpretato come un superamento sempre più forte delle distanze tra clero e laici. Aiutateci nello svolgimento del nostro compito di essere vostre guide. Il lavoro rimane di per sè un valore non negoziabile. La Chiesa promuove i valori che gli provengono dalla "visione" che ha il suo fondatore sull'uomo. Questi valori sono per i credenti e per non credenti; sono per tutti gli uomini di buona volontà. A questo riguardo, desidero porre la vostra attenzione sulla necessità di ritornare al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, dove il lavoro è inserito tra le grandi questioni del nostro tempo e se ne parla subito dopo la famiglia, che rimane la prima preoccupazione della Chiesa!». Le conclusioni del week end, dopo le relazioni emerse dai laboratori sono state affidate a monsignor Francesco Nolè, vescovo di Tursi - Lagonegro.«Essere capaci di dire e fare la verità, sempre, in ogni situazione. Fare la verità significa mettere l'uomo al centro di ogni attenzione. Parliamo dell'uomo che incontriamo nella disegno originario di Dio: sua
immagine e sua somiglianza. Non nascondiamo che il cammino non sempre è facile; ma il segreto rimane quello di superare ogni forma di individualismo, in ogni campo. Il rapporto quotidiano con gli altri deve essere contraddistinto da un atteggiamento
di carità vera». Infine ha ripreso l’immagine di D’Agostino sulla «donna che salverà la Basilicata».«Dico -ha detto Nolè- che non solo la Basilicata sarà l'immagine della donna impegnata che si riappropria della sua originaria vocazione - che è di apporto significativo allo sviluppo della regione -ma del mondo intero! Riproporre allora una diaconia autentica dove la fede è la vera protagonista nelle azioni che guidano il cristiano nel suo quotidiano».

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata

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