lunedì 11 febbraio 2013

No Scorie Trisaia. “Che fine ha fatto il tavolo della trasparenza?”


POLICORO - Da nota Sogin apparsa sulla stampa, “apprendiamo –si legge in una nota dell’associazione ambientalista No Scorie Trisaia- che la Saipem (società collegata a Eni) si è aggiudicata come impresa capogruppo del RTI Gencantieri Spa e Sicilsaldo Srl in qualità di mandanti, l’appalto per la costruzione e la realizzazione dell’impianto di cementazione del prodotto finito e dell’edificio deposito per lo stoccaggio temporaneo di manufatti cementati/cask per un valore dell’appalto di 40.554.134 presso l’impianto  nucleare Itrec della Trisaia. In parole povere l’impianto che dovrà solidificare i liquidi ad alta attività custoditi all’Itrec, frutto del riprocessa mento delle 20 barre di Elk River con la costruzione del relativo capannone di tutto l’impianto. Lo stesso impianto per cui abbiamo chiesto con ns. osservazioni al Ministero dell’Ambiente la dismissione e il trattamento come rifiuto dopo le lavorazioni di solidificazione del prodotto finito all’Itrec, per impedire un utilizzo successivo e far sì che l’Itrec diventi il deposto nazionale di scorie nucleari. Da qui nasce una nostra nuova domanda al presidente De Filippo, le società petrolifere cui la Regione Basilicata ha dato sempre la propria fiducia e il proprio appoggio si occupano anche di trattamento scorie nucleari? Sulle questioni legate all’Itrec, la trasparenza istituzione-popolazione è sparita.  Sono circa due anni che il presidente De Filippo non convoca più il tavolo della trasparenza regionale (contrariamente a quanto fanno le altre regioni nuclearizzate italiane dal Piemonte alla Campania, dove il tavolo è convocato con regolarità), per cui le comunità non sanno assolutamente più nulla di cosa accade all’interno dell’Itrec, di com’è realizzato il decommissioning (la messa in sicurezza del sito), su come sono eseguiti i lavori e su chi li esegue. Né c’è stata alcuna risposta istituzionale alle richieste di Noscorie  Trisaia sul caso dei rifiuti  nucleari americani in Italia che a inizio novembre sono stati riportati negli Stati Uniti dal presidente da Obama ad esclusione proprio delle barre di Elk River custodite all’Itrec. Situazione ampliamente ignorata dai parlamentari lucani uscenti, il cui interesse per il decommissioning si è soffermato più sui posti da precario di netturbino nucleare o sui manufatti di cemento da realizzare nell’impianto Itrec, che sulla salute delle popolazioni e la tutela del territorio. Non sappiamo più nulla del monitoraggio ambientale sull’impianto nucleare lucano, e sulla nostra richiesta ai tavoli della trasparenza di ridurre  i limiti di emissione alla fonte di radionuclidi che potrebbero interessare le popolazioni durante le fasi del decommissioning (legge regionale sui limiti di emissione). Non conosciamo il piano di comunicazione delle attività di decomissioning previsto dagli ultimi  V.I.A. Mnisteriali  sui lavori all'Itrec. Chiediamo ai sindaci del territorio quali primi responsabili della salute pubblica di attivarsi per creare non solo i tavoli della trasparenza a livello locale, ma un rapporto con il territorio diverso e partecipato sulla questione. In mancanza di chiare risposte preannunciamo  iniziative di mobilitazione popolare”.

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