venerdì 15 marzo 2013

Policoro, presidio degli agricoltori in Piazza Eraclea

Sabato 16 marzo in piazza Eraclea conferenza stampa dell’associazione Altragricoltura alle 12:00. “Martedi prossimo (19 marzo) –spiega una nota- la capacità di risposta degli agricoltori e della comunità del territorio Metapontino conoscerà un salto di qualità. Dopo innumerevoli denunce alla stampa, incontri e iniziative di sensibilizzazione, dopo che lo stesso Ministro degli interni ha dichiarato al Parlamento che il rischio più grande di infiltrazione criminale in Basilicata è determinato dal ritardo con cui si risponde alle ferite dell'alluvione ed al trust commerciale sui prodotti agricoli, dopo che decine di attentati ed episodi criminali dalla chiara matrice estorsiva ed intimidatoria si sono susseguiti negli ultimi anni, mentre messi del tribunale e di Equitalia continuano a minacciare attività e famiglie di vendita ed esecuzione forzata di beni. Non è più il tempo delle dichiarazioni di principio ma quello dell'iniziativa e della risposta. Risposta che deve venire dal Governo Nazionale e Regionale ma, anche, da tutta la comunità. Non possiamo assistere con indifferenza all'azione di sciacalli ed usurai che cercano di mettere per quattro soldi le mani sul lavoro delle nostre famiglie colpite da una crisi profonda. Martedì prossimo 19 Marzo 2013 ci ritroviamo nella Sala Consiliare del Comune di Policoro insieme ai Sindaci, alle Istituzioni, alle organizzazioni ed alle realtà associative per chiedere insieme un intervento urgentissimo alla Regione Basilicata ed al Governo Nazionale e per organizzare la risposta dal basso per assistere e difendere le vittime della crisi dal più irreparabile e umiliante dei danni: quello della vendita dei beni e delle proprietà con cui si lavora e per cui è possibile continuare ad avere un tetto ed un riparo. Nella prima dell'assemblea compiremo un gesto concreto e forte: occuperemo un'azienda agricola che in questi giorni è nel mirino della speculazione e che qualcuno avrebbe già comprato all'asta. Chi lo avesse fatto dovrà sapere che, se pensa di voler andare fino in fondo, non dovrà cacciare dalla terra e dall'azienda solo una famiglia di agricoltori ma un'intera collettività che prenderà possesso formalmente della terra per lavorarla e che non ha alcuna intenzione di farsi scippare un bene prezioso come quello di un'azienda agricola produttiva”.

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