giovedì 18 aprile 2013

La poesia di Antonio Quarta in: “Suite n.1 poesie e frammenti di antiche pagine”




POLICORO – La poesia aiuta a vivere meglio, soprattutto con questi venti di crisi economica che hanno comprensibilmente ripercussioni anche sul morale di ogni essere umano, con tensioni sociali che a volte sfociano nella tragedia. Chi vuole però può guardare la vita da un’ottica diversa, ottimistica, piacevole nelle sue sfaccettature leggendo l’ultimo libro di poesie del policorese di adozione Antonio Quarta, “Suite n.1 poesie e frammenti di antiche pagine”, presentato venerdì 12 aprile a Matera nella biblioteca provinciale dall’associazione “Matera Poesia 1995”. Nei suoi versi c’è tutta la bellezza della vita di un medico specializzato in chirurgia oncologica e ginecologica, che ha contribuito nel suo lavoro a far nascere tanti bambini. Che poi sono diventati grandi e magari oggi raccontano ai propri figli e nipoti che la vita è bella, senza parafrasare Roberto Benigni. La silloge di Quarta è un coacervo di emozioni, sentimenti, un moto dell’animo che spontaneamente esce dal corpo umano e con mano invisibile si materializza nelle pagine del libro di un critico letterario che nella sua esistenza umana e professionale è stato testimone dell’origine della vita. Non mancano momenti di inquietudine e di travaglio interiore che accompagna ciascuno di noi nel nostro cammino terreno; però Quarta indica come superarli guardando sempre nella nostra sfera intima. La dove ci sono le migliori risorse da cui dobbiamo attingere se si vuole lasciare una traccia indelebile nel mondo che ci circonda. Egli oltre ad averla già lasciata nel suo lavoro, ora entra di diritto con il “Suite n.1 poesie e frammenti di antiche pagine” nel novero degli immortali del mondo culturale contemporaneo. Non dimentica nemmeno i suoi grandi maestri come Carmelo Bene, i testi di Marcel Proust, Federico Garcia Lorca e i poeti maledetti dell’800 tra cui Arthur Rimbaud a cui è dedicata la silloge che nello stesso tempo può essere musicata, scolpita in un monumento, immortalata in un quadro, naturalmente letta in qualunque consesso per la sua straordinaria carica emotiva e culturale. Un’opera che racchiude tutte le forme espressive dell’arte in un unicum da lasciare il segno anche nelle persone più indifferenti all’arte. Quarta smentisce coloro i quali sostengono che la poesia è amata da chi la scrive, da chi la legge. No, la poesia è di chi ama. Non manca nemmeno un inno alla Lucania, terra nella quale è arrivato anni fa dalla vicina Lecce, che in una poesia definisce implicitamente unica e straordinaria. Come tutto il suo libro e la vita di uno dei suoi protagonisti: Antonio Quarta. Al tavolo dei relatori c’erano anche i giornalisti Carlo Abbatino e Filippo Radogna e Maria Antonella D’Agostino promotrice dell’evento.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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