lunedì 17 giugno 2013

Il mondo della disabilità visto dal sociologo Rocco Di Santo

POLICORO – Rocco Di Santo, giovane sociologo del centro jonico ma già da anni impegnato sui temi del sociale con varie esperienze sul campo prima in alcune strutture sanitarie e poi come ideatore di progetti presso l’ente di formazione Enfor, nella serata di sabato 15 giugno nella biblioteca comunale ha presentato il libro, edito dalla Franco Angeli:Sociologia della disabilità: teorie, modelli, attori e istituzioni”. Il volume ha un taglio scientifico ed è uno dei primi libri in Italia ad avere tale contenuto. Esso è un viaggio nel mondo degli abilmente diversi, figlia dell’esperienza maturata da Di Santo e dei suoi studi presso l’università di Salerno. “Il punto di partenza –afferma- sono le direttive dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), la pietra miliare degli studiosi della materia. In particolar modo il mio libro, sul quale ho lavorato per almeno tre anni, da una lettura della disabilità non come malattia, ma di matrice commensionista: da una parte la persona, dall’altro le istituzioni. Dai miei studi emerge che ci sono almeno nove forme di disabilità tutte diverse. Il mio punto di vista è che la disabilità è una restrizione delle attività e limitazione della partecipazione sociale. Per eliminare la stigma della disabilità c’è bisogno di sviluppare per intero i facilitatori: sensibilità politica nella risoluzione dei problemi pubblici dei diversamente abili come l’abbattimento delle barriere architettoniche; la messa in campo di progetti volti a superare steccati ideologici-culturali che permeano ancora oggi la nostra società dove ci sono discriminazioni di varia natura. Poi tra i facilitatori abbiamo anche le più semplici dotazioni di: occhiali, personal computer, carrozzine. L’handicap non nasce dalla persona ma dalla società che non accetta certe negatività e per molti aspetti le scarica sulle “marginalità” delle persone. Noi in Italia siamo ancora molto lontani dai Paesi scandinavi e anglosassoni dove le differenze tra persone svantaggiate e normodotati sono quasi nulle, anche per le politiche di welfare innovative adottate da quelle nazioni all’interno delle quali la disabilità non è una malattia e non un pregiudizio per restringere spazi di attività e partecipazione. Se applicassimo i facilitatori di cui parlavo prima anche da noi ci sarebbe un’uguaglianza etimologica del termine tra noi cittadini”. Il Dott. Carlo Calzone dell’Asm di Matera ha parlato del ritardo culturale nell’affrontare i temi legati alla disabilità; mentre le Prof.ssa D’Elia del liceo “E. Fermi” ha tracciato l’evoluzione normativa scolastica, tra cui la legge 104, che ha portato ad una completa integrazione scolastica nelle classi tra studenti portatori di handicap e i normodotati. Un contributo è stato portato dall’assessore comunale Massimiliano Scarcia (Trenta centro-destra), il quale ha parlato della cultura come fonte di crescita civile per creare pari opportunità per tutti. Infine l’assessore Livia Lauria (P.Sociale Pdl), ha sostenuto come il 10% della popolazione italiana è, purtroppo, affetta da disabilità e come ci sia una certa impreparazione nell’affrontare tali problemi e scarsa conoscenza della patologia e delle soluzioni pratiche che porta alla totale mancanza di prevenzione e la grande inciviltà che regna. Gli onori di casa sono stati fatti della direttrice della biblioteca “Massimo Rinaldi”: Angela Delia. Presente in platea il consigliere regionale del Pd Antonio Di Sanza.
Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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