domenica 18 agosto 2013

Ferragosto, un giorno come tutti gli altri

POLICORO – Il Ferragosto nel centro jonico e dintorni è un giorno come un altro. La festa laica per eccellenza non riserva grandi novità. La gente si sposta per rimanere fedeli alla giornata “comandata” più per motivi oggettivi che non per altro. E come ogni anno raccontiamo che si può fare meglio. Il clima poco soleggiato poteva rovinare la scampagnata fuori porta, ma fortunatamente non c’è stata né pioggia né vento forte. Sul lungomare si è visto il movimento che la festa impone ma si è usciti giusto per il gusto di dire: “c’ero anch’io” e non perché ci fossero grandi motivazioni. Questa è l’impressione che abbiamo avuto girando un po’ per qualche struttura balneare. E gli operatori economici cosa ne pensano del Ferragosto? “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole –commenta Massimo De Lorenzo dello Sporting Beach-. Si è lavorato come gli altri giorni. Nulla di che. Le politiche di promozione del territorio sono scadenti, non veniamo coinvolti nelle scelte di marketing territoriale e il cartellone estivo non riservava per il Ferragosto nulla. Chi si è mosso lo ha fatto per il rosso del calendario. Anche tra noi operatori non c’è grande sinergia e spirito di squadra. Anzi se proprio va fatto un bilancio un po’ più allargato registro una flessione nelle presenze”. Sul lato destro della Duna attrezzata ci siamo recati da Antonio Mastrosimone de “La Capannina” che sembra avallare la tesi del suo collega: “Da me c’è il tutto esaurito ma io mi muovo autonomamente con la mia struttura e nel propagandarne l’immagine della stessa senza stare alla speranza altrui. Ho la mia clientela e cerco di fidelizzarla facendo degli investimenti nel lido e organizzando delle serate di animazione”. Il museo della “Siritide” è stato aperto eccezionalmente per tutta la giornata, ma fino alle 15:00 i visitatori erano non più di 60. Anche per loro manca una strategia commerciale. Se Policoro non ride Nova Siri piange. Il lungomare è un mortorio e anche qui mancano i servizi legati al turismo. Alla Girandola c’è gente: “Ma si consuma poco. Rispetto ad un anno fa –osserva il gestore- c’è un 30% in meno. Si vive proprio alla giornata eppure un lungomare così gli altri se lo sognano; peccato che non sia valorizzato neanche con appuntamenti culturali. Dopo che si è fatto avanti e dietro per un paio di volte non si sa più dove andare”. Gli affari non vanno bene neanche per gli ambulanti. I potenziali utenti non si fermano nemmeno a vedere gli oggetti di bigiotteria e quelli legati alla stagione estiva come occhiali da sole, portadocumenti, ecc.. Insomma parte della costa jonica sembra accomunata dalla delusione e sconforto che ogni anno è sempre la stessa musica, stonata, e dalla speranza che qualcosa può e debba cambiare. Quando?
Gabriele Elia 

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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