giovedì 19 settembre 2013

Il “fantasma” di Trenitalia al Sud




Trenitalia continua imperterrita a penalizzare le popolazioni della costa Jonica, le quali restano letteralmente appiedate al punto che, per poter fruire di un trasporto ferroviario dignitoso e per raggiungere le città del centro e del nord Italia, devono prima raggiungere la città di Taranto. E’ quanto dichiarano il Presidente del Consiglio Comunale di Policoro Gianluca Modarelli (PDL) ed il Sindaco Dott. Rocco Leone (PDL). In pratica, per i lucani della fascia Jonica è come se l’Italia iniziasse e finisse a Taranto. Ma per arrivare nella città pugliese, partendo da Reggio Calabria e dai piccoli e grandi centri disseminati lungo lo Jonio, c’è da sopportare un vero e proprio calvario. Ore e ore di viaggio su un treno finto, che assomiglia ad un girino, con una testa grande costituita dalla locomotiva e da un corpo piccolo, fatto di due sole carrozze. Un treno che viaggia su un unico binario ed a gasolio, a dispetto di una linea elettrificata mai andata a regime. Un treno che spesso e volentieri si ferma per guasti e spesso, per indisponibilità di locomotori alternativi, viene sostituito, come è già successo alcune volte, dalle ormai cadenti e sferraglianti littorine ALn366. Attualmente le popolazioni dello Jonio, dopo aver fatto tappa a Taranto, possono raggiungere solo Milano e Bologna. Se invece vogliono raggiungere il Piemonte ed in particolare Torino, dove risiedono tantissimi lucani, non solo devono viaggiare di notte, ma devono sottoporsi anche ad un cambio, questa volta a Bologna ed addirittura alle 4.30 del mattino, oppure raggiungere prima Milano e poi continuare per altre due ore al fine di raggiungere il capoluogo piemontese, con un tempo complessivo di oltre 20 ore di viaggio con alle spalle ben due cambi. Registriamo quindi, continuano – Leone e Modarelli - ancora una volta come la ferrovia di oggi sia decisamente lontana, in fatto di efficienza, dal soddisfare le esigenze dei viaggiatori. Strano ma vero - concludono Leone e Modarelli - la forbice pubblica è stata implacabile solo con i treni della fascia jonica: rami secchi da recidere per migliorare la mobilità laddove forse ce n’è meno bisogno. Chiediamo ai vertici di Trenitalia di avere indietro almeno quello che ci è stato tolto, (Crotone – Milano) soppresso nell’inverno 2011.

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