martedì 17 dicembre 2013

Pasquale Suriano disegna il tempo


POLICORO – Il clima natalizio ha ispirato il disegnatore policorese Pasquale Suriano di Policoro, per ben 3 volte vicecampione mondiale si disegno noto ai più per i suoi ritratti simili a quadri esposti nelle pinacoteche più frequentate d’Italia. La sua matita ha disegnato (vedi foto) in maniera oggettiva, fredda, un’opera da egli stesso ha chiamato: “Schiavi del tempo”, con una frase sibillina: “Ti amerò fino a quando non riuscirò a disegnare il rumore di un petalo di rosa che cade su un pavimento di cristallo e fermerà il tempo”. L’artista ha tenuto in mano la classica matita con gomma che si usa a scuola nelle ore di educazione artistica per 3 mesi e mezzo circa in cui il tempo è volato, trascorso inesorabilmente a prescindere da come esso viene impiegato: in modo costruttivo, distruttivo o anonimo. Il tempo passa e ce ne accorgiamo specchiandoci la mattina, guardandoci intorno quando usciamo, parlando con gli amici di una volta, vedendo generazioni di ragazzi crescere. Ma il tempo passa anche per gli oggetti: una volta c’era la cabina telefonica, si usava solo e sempre il fax per le comunicazioni urgenti, il computer era soltanto usato per i videogiochi. Oggi invece si comunica quando si vuole, con un semplice clic si inviano carte per email e i videogiochi sono stati soppiantati dalla playstation. Le donne di casa pulivano con l’aspirapolvere, mentre oggi il trascorrere del tempo ha inventato un marchingegno simile ad un mini disco volante che scivola via in tutti gli angoli consentendoci di stare tranquillamente davanti la tv. E un domani chissà il tempo ci consegnerà un amico di latta visto che le relazioni umane sono ridotte quasi ai minimi termini, distrutte dai social network e dalla realtà virtuale. Il tempo a seconda delle circostanze può esserci alleato o nemico, ma una certezza c’è: ci accompagna nel lungo cammino della vita, sicuramente quello terreno…E’ un po’ come la nostra ombra: ci segue dappertutto senza poterne fare a meno. D’altronde senza il rintocco di una campana, delle lancette di un orologio, del display di un oggetto tecnologico o per i nostalgici della clepsamie (sabbia) di una clessidra, la vita di un essere umano sarebbe sempre solo arida senza nessuna variabile.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)



Nessun commento:

Posta un commento