martedì 18 febbraio 2014

Gallerie d’arte a pagamento. La protesta di Trampled Art



POLICORO – L’ambizione è quella di creare un vero e proprio movimento culturale di arte contemporanea in questo XXI secolo quello che è stato battezzato a Milano lo scorso 7 febbraio nella famosa galleria Deodato con il nome: “Trampled Art”. Nel secolo scorso l’ultimo movimento di un certo rilievo fu il manifesto del “Futurismo” di Marinetti. I soci fondatori, tra cui Alessandro Giorgetti, sono già al lavoro per ampliare il loro raggio d’azione anche in Europa. All’happening meneghino è stato selezionato anche l’artista lucano Andrea La Casa, e il suo capolavoro “L’arte in lacrime”, che da settimane sta esponendo i suoi quadri nella sua personalissima galleria di via Toti (alle spalle del Diurno) in Policoro, il quale ci racconta le impressioni che ha avuto di ritorno da Milano: “La mostra evento è stata ricca di emozioni grazie anche alle performance dell’artista Teorema Fornasari. La presentazione è cominciata in una sala spoglia, con le pareti bianche, dove l’unica presenza era il manifesto del Movimento e, a terra, undici sacchi da cui ogni artista ha tirato fuori la propria opera. A risaltare è stato proprio il gesto, la forza di un’azione che concretizza l’obiettivo dello stesso Movimento: la liberazione dell’Arte da uno stato di progressiva decadenza. Ci sono stati inoltre interventi di: Giorgio Grasso dell’entourage di Sgarbi (nella foto con La Casa), Susanna Tartari, Mattea Micello, Roberta Tosi, Paola Lui, Gaia Conventi, Francesco Mattana e la fotografa Micaela Zuliani, tutti unanimi nel denunciare un sistema corrotto che, spesso anche a livello istituzionale, condiziona l’arte contemporanea prendendo spesso decisioni che danno troppa enfasi a determinati artisti, lasciandone in disparte tantissimi altrettanto validi. Quello che ci prefiggiamo non è di cambiare l’Arte, -sottolinea- e neanche di farci pubblicità; l’obiettivo vero è invece quello di fare eco alla denuncia di un sistema dell’Arte malato, di un sistema politico-culturale che non rispetta il giusto valore dell’Arte”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)


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