lunedì 10 febbraio 2014

Nuova attività in piazza Eraclea

POLICORO – Un barlume di luce si riaccende nella centralissima piazza Eraclea. In più di qualche circostanza abbiamo scritto lo stato di anonimato che attraversa la piazza senz’ anima, poco frequentata e a volte anche abbandonata nella quale non sono mancati atti di vandalismo nel giardino con la rimozione delle statue di rane; poco pulita, trascurata e in qualche circostanza si sono verificate risse tra ragazzi. Il perimetro dell’isola pedonale è spettrale: saracinesche chiuse, locali mai aperti e lungaggini burocratiche per il trasferimento di alcuni di essi dall’Alsia al Comune. Le uniche luci accese di speranza che qualcosa possa ancora cambiare, fino al momento in cui scriviamo, sono quelle dell’Aci, agenzia pratiche Eraclea, un Coiffeur, l’associazione Croce d’Oro e l’edicola Eraclea. Le prime quattro intorno alle 20:00 chiudono i battenti, e così l’unico stabile baluardo serale rimane la rivendita di giornali. Però, fortunatamente, martedì 11 è prevista l’inaugurazione della ristrutturata pizzeria “Mediterranea” di Giuseppe Gelonese, dopo il passaggio del testimone avvenuto il 31 dicembre tra Mimmo Tarsia e il nuovo imprenditore. Quest’ultimo cerchèrà di riportare un po’ di vita nell’agorà per eccellenza non solo utilizzando l’arte culinaria, tra cui la specialità “pizza al tartufo”, ma anche cercando di ravvivare il centro, come lo era fino agli inizi degli anni ’90, portando un minimo di animazione. Almeno queste sono le sue intenzioni. Nel frattempo Mimmo Tarsia si gode la pensione con un pensiero rivolto, non soltanto il suo, a quello che è stato il suo ruolo in piazza Eraclea. Dal 1977 ha sfornato pizze, focaccine e primi piatti da leccarsi i baffi e in piazza sono cresciute intere generazioni tra scambio di figurine panini, aggregazione giovanile e sede di importanti partiti politici, la Dc (oggi sezione Pd) e il Psi (dove ora c’è la Croce d’Oro): luogo per eccellenza della politica cittadina sino al 1985, in piazza si comiziava e si comiza tuttora e alle spalle del palco c’era il Municipio, trasferito poi nell’attuale edificio di piazza “Aldo Moro”. Il suo posto è stato preso poi dalla biblioteca comunale “Massimo Rinaldi”. Per chiudere il cerchio di una vivacità che si tenta di ricostruire manca ancora l’apertura del Caffè Letteraio. Il bando municipale è scaduto mesi fa: il vincitore ha rinunciato per il mancato scomputo dei lavori di adeguamento del locale con i canoni da pagare; il secondo non sembra molto intenzionato. Cos’è successo?

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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