mercoledì 9 aprile 2014

Discarica di amianto in via Pesaro



POLICORO – Un giro in bicicletta per Policoro e dintorni è quanto mai uno dei passatempo privilegiati dei policoresi, insieme alla passeggiata/maratona a mare, zona Lido. Solo che a volte ci si può imbattere in spiacevoli sorprese. Non parliamo dei cani randagi, di cui la città è infestata, ma di un problema ancora più grave perché tocca la salute dei residenti: la presenza di amianto. E’ l’incontro di terzo tipo avuto settimane fa da un gruppo di ciclisti che durante il fine settimana in coincidenza con le belle giornate si è trovata di fronte nel loro frequente tour del week end. La discarica di amianto a cielo aperto si troverebbe sul ciglio della strada di via Pesaro, poco prima di arrivare alla fornace (zona Bosco Soprano alla fine di via Puglia) dove anni fa c’era il mattonificio, fabbrica ormai dismessa. Secondo le testimonianze dei ciclisti amatori, nei rifiuti ci sarebbero pezzi di tettoie di edifici in amianto in grandi quantità presenti nell’area da molto tempo. Infatti girano spesso per quelle vie periferiche della città jonica e davanti il degrado visibile ad occhio nudo da chiunque passi, le prime volte pensavano ad un intervento immediato per rimuovere le “macerie”, ma con il passare del tempo si sono accorti che tutto rimaneva come prima. Da qui la denuncia pubblica giornalistica per smuovere le coscienze di  ambientalisti e istituzioni che vogliano farsi carico del problema presente in quell’area con ben due depositi vicini tra loro, sempre secondo i bikers, al fine di rimuovere il materiale nocivo. E come se non bastasse un terzo sarebbe ai bordi del fiume Agri al confine tra Tursi e Montalbano. Ricordiamo che l’amianto è una sostanza dannosa per la salute del cittadino che per inalazione standoci a contatto può contrarre malattie cancerogene. Purtroppo in natura è un materiale molto comune e casi del genere se ne sono registrati molti in città: uno su tutti nella zona di un’altra ex area produttiva di quello che fu lo Zuccherificio di cui oggi è rimasto solo lo “scheletro”.  Le polveri contenenti fibre d'amianto, respirate, possono causare l'asbestosi per importanti esposizioni, tumori della pleura (ovvero il mesotelioma pleurico) e il carcinoma polmonare: un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle. L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, treni; come materiale per da costruzione per l'edilizia sotto forma di composito fibro-cementizio (noto anche con il nome commerciale Eternit) utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie, ed inoltre nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche, materiali d'attrito per i freni di veicoli, guarnizioni), ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Altro uso diffuso era come componente dei ripiani di fondo dei forni per la panificazione. Oggi la produzione e lavorazione dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)


Nessun commento:

Posta un commento