venerdì 18 luglio 2014

L’ospedale “Giovanni Paolo II2 rimane un Psa

POLICORO – Consiglio comunale aperto agli interventi di cittadini, associazioni e istituzioni quello che si è tenuto nel Palazzo di città nella serata del 15 luglio. All’ordine del giorno (odg): “Ospedale di Policoro –quale futuro”. La discussione è scaturita dopo una forte presa di posizione da parte dell’associazione Cittadinazattiva che nei giorni scorsi aveva protestato chiedendo addirittura le dimissioni del management e assessore regionale al ramo sul ridimensionamento del nosocomio di viale Salerno di Policoro. Le critiche sono ricadute tutte sul Direttore generale dell’Asm (Azienda sanitaria materana), Rocco Maglietta, mentre assente in “contumacia” l’assessore regionale ai servizi alla Persona, Flavia Francioni. Il Dg ha ascoltato con pazienza e in religioso silenzio per almeno un paio d’ore gli interventi di amministratori locali, di maggioranza e opposizione di Policoro; dei rappresentanti istituzionali di Comuni del comprensorio ed entroterra lucano e alla massima assise hanno detto la loro anche sindaci dalla Calabria jonica a dimostrazione di cosa rappresenti il presidio sanitario “Giovanni Paolo II” non solo per Policoro ma anche per un’utenza che di questi periodi aumenta sempre di più. Molti interventi sono stati ripetitivi ma tra i quesiti e le rimostranze sollevate quelle che stanno più a cuore dei cittadini e amministratori è: ridimensionamento del personale e servizi in alcuni reparti; tagli generalizzati; posti letto che diminuiscono; poca partecipazione e coinvolgimento alle scelte di politica sanitaria da parte di sindacati e associazioni di categoria; disegno politico regionale di accorpare quasi tutti i servizi a Potenza e Matera per frenare, soprattutto per il Madonna delle Grazie della città dei Sassi, l’emigrazione verso i presidi sanitari della vicina Murgia pugliese; carenza di sicurezza al Pronto soccorso; personale mobbizzato se non in linea con le direttive dell’azienda; l’ospedale visto non solo come punto salute ma anche struttura per alleviare i disagi dell’indigenza e povertà che aumenta sempre di più; le sale operatorie aperte sino alle 14:00 e non tutti i giorni; liste d’attesa lunghe e impossibilità di effettuare donazione di sangue. C’è chi ha chiesto anche il potenziamento attraverso le royalties del petrolio anche per compensare la riforma del settore calabrese che avrebbe chiuso ospedali periferici come quello di Trebisacce, chi il ripristino di alcuni servizi, chi di tagliare altrove ma non nel settore specifico della sanità e c’è stato anche chi ha sostenuto che la Basilicata è stata una delle poche regioni del Sud Italia a non essere stata commissariata per il deficit sanitario. Dal canto suo Maglietta ha replicato che per l’Asm l’ospedale di Policoro rimane strategico nelle politiche aziendali e continuerà ad essere un Psa (Pronto soccorso attivo) con il personale che supera le trecento unità, promettendo un aumento dello stesso dopo che sarà terminato l’iter per l’assunzione di 37 infermieri. Tra gli impegni presi quello del raddoppio dei posti letto alla cardiologia e l’arrivo nello stesso reparto di un altro medico; parallelamente anche l’Utic sarà potenziata e un’attenzione particolare dell’Asm, a suo dire, sarà dato al reparto di ginecologia e rianimazione. Inoltre, sempre a parere di Maglietta, il turn over sanitario sarà utilizzato per garantire gli standard delle prestazioni sanitarie. Sulle liste d’attesa, il manager ha spiegato il criterio: classi di priorità, nel senso che chi è più a rischio, e lo si evince dal referto medico, nel giro di 10 giorni viene visitato e ha preannunciato entro settembre l’arrivo di un Otorino; mentre per il Pronto soccorso ne sono previste tre new entry dopo che l’iter amministrativo procedurale lungo e complesso sarà terminato. Per la dialisi non c’è nulla da fare: a Policoro non si può effettuare.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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