sabato 3 gennaio 2015

Deposito scorie nucleari: consegnata mappa delle aree idonee



Importante passo avanti per la realizzazione del deposito nazionale delle scorie e dei rifiuti nucleari. È stata infatti consegnata venerdì 2 gennaio la Carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. La carta è stata consegnata un giorno prima della scadenza dalla Sogin (la società statale per lo smantellamento degli impianti nucleari italiani e la gestione del rifiuti radioattivi). Oggi i rifiuti radioattivi in Italia sono distribuiti in 23 depositi.
Un lungo iter
Lo scorso 4 giugno Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva pubblicato un documento che si attendeva da circa un quarto di secolo: «Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità». Dopo aver ricevuto la carta delle zone idonee, ora Ispra ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei criteri di identificazione e validare la carta. Dopodiché entro un mese i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente daranno il nulla osta all’approvazione della carta, la cui pubblicazione e del progetto preliminare, spiega Sogin, «apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un seminario nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e interessati» al deposito nazionale
Il deposito nazionale
Il deposito nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie (che sarà pronta secondo le stime non prima del 2022 al costo di 1,2-2,5 miliardi di euro) dove mettere in totale sicurezza (per 200-300 anni) i rifiuti radioattivi che in Italia derivano per il 60% da impianti nucleari smantellati o in fase di smantellamento e per il 40% (circa 500 metri cubi/anno) da attività industriali, di medicina nucleare e di ricerca. Il deposito consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Insieme al deposito nazionale sarà realizzato il Parco tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato. Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un’unica struttura garantirà,- assicura Sogin, la totale sicurezza per i cittadini e l’ambiente e il rispetto delle direttive europee.
Mappa
In pratica nella mappa sono state tolte le aree urbane, le zone sismiche, le aree protette, le lagune, le zone presso dighe e altre infrastrutture, le aree franose o alluvionali. Restano quelle comprese tra 20 e 700 metri di quota e che si trovano a oltre 5 chilometri dalle coste, quelle più lontane di mille metri da ferrovie, autostrade e strade di grande circolazione. In pratica restano un centinaio di aree in una dozzina di regioni.
Fonte
Corriere della sera

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