domenica 19 luglio 2015

La Regione ritarda i contributi ai talassemici


POLICORO – L’assessora alle Politiche sociali del Comune di Policoro, Stefania Albanese (Fi) e il consigliere provinciale e comunale, sempre della città jonica e dello stesso partito, Gianluca Modarelli, lanciano l’allarme sui mancati contributi agli affetti da talassemia, nefropatia ed emofilia: “La Regione Basilicata con legge regionale (L.R.) 26.7.1982, n. 22 così come modificata ed integrata dalla L.R. 4.9.1989, n. 26, ha istituito le ‘Provvidenze in favore dei cittadini affetti da talassemia, nefropatia, emofilia’. Con determinazioni dirigenziali del Dipartimento Salute, la Regione Basilicata provvedeva a liquidare al comune i fondi a favore delle persone affette da talassemia e nefropatia, somme che consentirono di saldare i contributi dovuti per Gennaio e Febbraio 2014. Da allora il vuoto. Il Comune di Policoro, nonostante le ristrettezze economiche, grazie alla sensibilità del primo cittadino Rocco Leone (FI) è sempre riuscito a garantire l’anticipazione dei fondi ai suoi concittadini, (62 tra nefropatici e talassemici) fino ad agosto 2014, poi per via del patto di stabilità non più. Questa è una vera e propria emergenza che non può essere surclassata da altre questioni, seppur di rilievo, perché siamo di fronte ad un grave disagio che coinvolge non solo i soggetti affetti dalle patologie di cui alla suddetta normativa, ma anche le loro famiglie. Proprio per questo chiederemo la prossima settimana un incontro urgente in Regione con l’assessore alla Sanità Dr.ssa Flavia Franconi. Non si può aggravare la posizione di gente che tutti i giorni combatte con la propria malattia lasciandola sola ad affrontare anche la gravosa spesa economica relativa alle cure necessarie. Auspichiamo che dopo l’incontro l’assessore alla Sanità attraverso gli uffici provveda celermente al pagamento in favore dell’amministrazione, affinchè quest’ultima possa a sua volta procedere a finanziare le opportune e necessarie cure per tutti coloro che ne hanno bisogno. La nostra proposta – concludono Modarelli e Albanese – è quella di tagliare qualche altra voce in bilancio ma non la spesa sociale”.




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