giovedì 8 febbraio 2018

Referendum per includere la provincia Tarantina alla Basilicata



Molti lucani non sanno che lo scorso 19 Gennaio il Presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, ha firmato l’atto autorizzativo necessario per mettere in campo la raccolta delle 15.000 firme indispensabili per la presentazione della proposta referendaria in materia di separazione del territorio della provincia di Taranto dalla Regione Puglia per annetterla, eventualmente, alla Regione Basilicata.

L’istanza presentata dal comitato promotore “Taranto futura” nel novembre del 2016 assume così una dimensione istituzionale che chiamerà tutti i comuni tarantini a rendere disponibili le proprie strutture comunali per favorire la petizione in questione.
Alla conferenza stampa di presentazione del progetto, tenutasi lo scorso Mercoledi 24 Gennaio presso la Sala Giunta della Provincia di Taranto, erano presenti in forma istituzionale i lucani Gaetano Fierro, più volte sindaco di Potenza e Filippo Margiotta. A dirigere i lavori è stato il padrone di casa, il Presidente del comitato avv. Nicola Russo, coadiuvato da alcune associazioni del tarantino. Il sottoscritto, sebbene invitato al tavolo della Presidenza e benché fortemente simpatizzante di tale proposta referendaria, ha inteso declinare l’invito poiché in veste personale e non istituzionale. Tuttavia nei prossimi giorni non mancheranno occasioni utili a promuovere e favorire l’iniziativa, poiché ritengo i processi vadano seguiti e non subiti, partecipati e non imposti.

In queste ore, nel tarantino, si stanno costituendo i comitati per la raccolta firme in tutti i comuni, ma l’iter sarà lunghissimo e particolarmente articolato.

Il 10 febbraio inizia la raccolta firme avente l’obbiettivo di raccoglierne almeno 15mila. Poi la proposta sarà vagliata dalla Corte di Cassazione e se si andrà al voto sarà necessario un quorum del 30 per cento degli elettori.

Credo fermamente che tale l’iniziativa vada sostenuta perché la Basilicata è ad alto rischio demografico, ragion per cui sono già partiti numerosi progetti di ripopolamento nei comuni montani a più alto rischio.

I motivi economici, turistici e commerciali, nonché storico culturali, poi dovrebbero indurci a guardare con grande simpatia a tale proposta referendaria, che vorrei ricordare, “al momento” rappresentare solo la più alta forma di democrazia, ossia aver avviato un processo volto a chiedere direttamente ai cittadini cosa più desiderano. L’onere che ha la politica è semplicemente quello di darne divulgazione ed eventualmente argomentare le ragioni per cui si ritiene o meno sostenete tale progetto.

Giuseppe Maiuri – Capogruppo Policoro Futura

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